01

Quando

Domenica 20 Ottobre 2024.

L'evento si svolgerà dalle 9:00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.30.


02

Dove

Ritrovo: Racalmuto (AG)

Piazza Umberto I° - ore 09:00

03

Perchè

Ti aspetta una "Caccia al Tesoro Culturale" unica. Partecipando all’evento, avrai l’opportunità di immergerti nella cultura locale, scoprendo luoghi unici e caratteristici di Racalmuto

04

Come partecipare

Coinvolgi le persone a te care, forma la tua squadra di un massimo di 10 partecipanti, i bambini sono i benvenuti.

Scegli un nome divertente per la tua squadra o un abbigliamento a tema, la fantasia è un ingrediente fondamentale

COSA VEDERE A RACALMUTO


Ul Consorzio Turistico presenta la sua settimana di interventi culturali per celebrare "Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”


Il “Consorzio Turistico città di Racalmuto” intende lanciare l’idea di riunire in una azione di partenariato tutte le associazioni locali, l'amministrazione comunale e i cittadini che vorranno contribuire con attività per la realizzazione di un unico programma di interventi ed eventi, per collaborare a pieno titolo con ”Agrigento capitale italiana della cultura 2025” e con la Fondazione che gestirà tutti gli appuntamenti. Ti aspettiamo giovedì 19 Settembre alle 18:00 presso la sala consiliare del Comune di Racalmuto.

Scarica l'invito

L'età antica  

La storia di Racalmuto inizia da molto lontano come attestano i ritrovamenti e i siti archeologici sparsi nel territorio del comune. Uno dei più antichi è il sito delle “Grotte di Fra’ Diego”. Si tratta di una necropoli composta da una serie di tombe a grotticella artificiale con ingresso rettangolare e camera a sezione sub circolare. Le sepolture sono disposte una accanto all’altra (fig. 1), quelle ubicate nella parte centrale del costone roccioso sono servite da un viottolo che potrebbe essere interpretato come una sorta di via sacra. Altre sepolture si trovano ad una quota inferiore ed è probabile una loro riutilizzazione come arcosoli in epoca romana. L’assenza di scavi archeologici non permette di stabilire con sicurezza l’età della necropoli, ma le caratteristiche tecniche delle sepolture sono tipiche della tradizione indigena siciliana del secondo millennio a.C.
Alcuni scavi fortuiti condotti negli anni ’80, in contrada Grotticelle – Roveto, hanno portato alla luce strutture murarie che fanno ipotizzare la presenza di una villa tardo antica. Poco distante da questa sono presenti sepolture con loculi bisomi, appartenenti al periodo romano – bizantino, scavate nella roccia. Ad epoca romana si può far risalire il sito di Casalvecchio, sorto molto probabilmente per lo sfruttamento dello zolfo, come attestano i frammenti rinvenuti di tabulae sulphuris (fig. 2). Di recente, in occasione dei lavori di raddoppio della SS640 Agrigento-Caltanissetta, la Soprintendenza di Agrigento ha condotto ricerche archeologiche in contrada Colmitella. La campagna di scavo, durata diversi anni, ha portato alla luce un villaggio la cui frequentazione va dalla fine del VII agli inizi del XIII secolo. Il sito è stato indagato per un area di circa 3000 mq, nella quale è stato rinvenuto un articolato sistema di stoccaggio delle derrate agricole, sia all’interno di fosse scavate nella roccia che in grandi contenitori fittili ancora in situ (figg. 3, 4). Le fosse dopo essere state dismesse furono riutilizzate in antico come discariche, all’interno delle quali si sono accumulati molti reperti archeologici (fig. 5). In alcune di esse sono stati rinvenuti ossa di animali come cinghiali, conigli e bovini con segni di macellazione che testimoniano un ruolo marginale delle attività della caccia, mentre l’allevamento sembra avere avuto maggiore rilevanza.
n altri casi non è ben chiara la presenza di resti osteologici privi di segni di macellazione, appartenenti a bovini o ad animali estinti nel territorio come i cervi. Le analisi paleobotaniche hanno permesso di ricostruire la flora circostante, composta prevalentemente da boschi. Pertanto, la ricerca archeologica ci fornisce l’immagine di un villaggio immerso in un paesaggio caratterizzato da bosco e boscaglia, con alcune aree deputate alla coltivazione dei cereali come attestano le numerose fosse granarie. Alcune di esse sono state riutilizzate anche come tombe a fossa. 
Nel sito sono state rinvenute strutture murarie pertinenti ad ambienti destinati alla trasformazione dei prodotti agricoli. In uno di questi è stato trovato un importante sigillo con iscrizione che riporta il nome di un Antiochos notarios, databile nel corso dell’VIII sec. d.C. (fig. 6). Sono presenti anche strutture abitative con fornetti per la preparazione dei cibi, anfore per il trasporto di liquidi e dolia per la conservazione delle derrate alimentari (fig. 7). Il villaggio di Colmitella riveste notevole importanza poiché è uno dei pochi siti siciliani, di epoca medioevale, indagati archeologicamente per un’estensione così ampia. I dati di scavo sono in fase di studio da parte della Soprintendenza di Agrigento e non mancheranno di ampliare le conoscenze su questo periodo della storia siciliana.  
Testi e foto: Dott. Domenico Romano, Archeologo

La storia

L'altopiano di Racalmuto si forma intorno a 5 milioni di anni fa per l'evaporazione gessoso-solfifera della Fossa di Caltanissetta. I buoni terreni formatesi ospiteranno folti boschi di lecci, roverelle, sugheri. Vi pascolava l'elefante nano. Tracce notevoli di presenze umane del periodo preistorico nei siti di Fra’ Décu, Cienzu, Griddretta, Gianfilippo, Garamuli. 
La colonizzazione greca continua lo sfruttamento agricolo del territorio sottratto al bosco, intensificato durante il periodo romano che vede il sorgere di nuovi villaggi dall'alto tenore di vita. Le ceramiche africane, i vetri e le anfore vinarie testimoniano dell'alta produzione frumentaria e oleovinicola. Al Serrone-Roveto si incontravano la grande trazzera della transumanza Licata-Madonie e la trazera Agrigento diretta verso l'interno cerealicolo. Siti romani: Garamuli, Menta, Curmiteddra, Xiumeti, Roveto, La Turri, Troiana. Una buona parte del nostro territorio dovette far parte della massa Cosconiana. Nei primi secoli dell'impero erano attive varie zolfare imperiali a cura di gabelloti facoltosi. In zona era presente la famiglia romana degli Annii, come attestano le tabulae sulphuris. 
Il periodo bizantino (535-827) vide l'immigrazione di genti trogloditiche di rito greco facente capo a Costantinopoli. Il villaggio del Roveto era ancora attivo come testimonia il piccolo sepolcreto de Le Grotticelle, mentre il villaggio Troiana ha restituito un tesoretto aureo di oltre 200 monete. 
Dopo la conquista araba, 827, rinacque la fitta rete trazzerale, segno della rivoluzione agricola seguita alla suddivisione dei latifondi. Lungo le trazzere principali sorsero i rahal, stazioni di posta e di ristoro. Il Rahal Mut, posto nell'attuale quartiere Madonna della Rocca, dal tracciato medioevale con cortili e giardinetti, diede il nome alla nostra Racalmuto. Del periodo rimangono molti usi e costumi, fra i quali pasta, pizza, frutta, verdura, il sistema di irrigazione ed i mulini della valle del Raffu. Del periodo normanno si sa poco, tranne che il Roveto-Serrone, al Minsciàr, era ancora abitato da popolazione bizantina e la prima narrazione della leggenda popolare della nascita di S. Rosalia. Il ferace territorio fu oggetto di sfruttamento da parte degli Svevi che vi costruirono il Castello di paese, con le possenti torri e quello del monte Castelluccio (Gibillina). Nel 1208 si fabbrica la prima chiesa al mondo dedicata a S. Rosalia. Il convento di S. Francesco dovrebbe essere datato come costruito all’inizio del 14° secolo.
Con gli Aragonesi, dal XIV° secolo, Racalmuto è sotto la signoria dei Chiaramonte, seguiti dai Del Carretto che la tennero in feudo per quattro secoli, sino agli inizi del Settecento. 
Nel Seicento vivono il pittore Pietro D'Asaro e il medico Marco Antonio Alaimo, debellatore della peste di Palermo del 1624. 
Nel 1622 viene ucciso il conte Girolamo II Del Carretto, sul balcone fra le torri del Castello. Riposa imbalsamato nel sarcofago rosso della chiesa del Carmine. Nel 1625 la vedova contessa Beatrice, dei marchesi di Geraci, ottiene reliquie di S. Rosalia che viene proclamata patrona. 
A metà del secolo vengono giustiziati a Palermo l'eretico Fra Diego La Matina ed il conte Giovanni V Del Carretto.
Nel corso di questi secoli l'abitato, intanto, è cresciuto di popolazione e fabbricati. Nascono i conventi di S. Giovanni di Dio, S. Chiara, Collegio di Maria, ed all'esterno quelli di S. Giuliano, Carmine, S. Maria di Gesù. Del Seicento sono le chiese di S. Sebastiano, M. SS Annunziata, la Matrice, M. SS. dell'Odigitria, S. Giuseppe, S. Michele e S. Chiara. Del Settecento il Santuario di M. SS. del Monte, e le chiese di S. Giuseppe, S. Anna.
La riapertura delle zolfare nel Settecento creò la ricchezza dei borgesi che nell'Ottocento realizzarono i loro palazzi urbani: Matrona, Savatteri, Grillo, Sferrazza, Nalbone, Messana, Matina, Tulumello e le ville suburbane: Bartolotta, Matrona, Nalbone, Mantia, Bonomo, ecc. 
All'indomani dell'unità d'Italia i giovani liberali, Matrona, Alaimo, Savatteri, rimodernarono il paese con opere pubbliche: il basolato del Corso, il palazzo comunale già convento delle Clarisse, il Teatro, la Ferrovia, il Macello.
La chiusura delle zolfare negli anni Settanta ha determinato una crisi economica e demografica dalla quale il paese non si è ancora ripreso.
Ing. Angelo Cutaia, Storico

WORK IN PROGRESS 2025

Bando di Concorso 

I° Edizione

Rassegna-Concorso di Teatro scolastico

“Racalmuto città del Teatro”


La Rassegna teatrale pur non limitando le tematiche trattate, impone che le stesse siano tratte liberamente o adattamenti teatrali tratti dalle opere di Leonardo Sciascia ed altri autori teatrali siciliani

Torna ad inizio pagina
Share by: